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Ramo della scienza medica che ha per oggetto lo studio e la cura delle malattie della donna per quanto concerne l’apparato riproduttivo e sessuale; è suddivisa in numerose branche fra le quali l’ostetricia, la medicina perinatale o fetale, l’oncologia ginecologica, la ginecologia adolescenziale.
Branca della scienza medica, strettamente connessa con la ginecologia, che studia la fisiologia e la patologia del concepimento e della gravidanza, in rapporto tanto allo stato di salute della gestante quanto al soddisfacente sviluppo del feto, e i problemi di vario ordine inerenti all’espletamento del parto, al puerperio e all’allattamento.
Le alterazioni della produzione ormonale e della funzionalità endocrina nella donna rappresentano il campo di indagine della endocrinologia ginecologica.
La proprietà che maggiormente differenzia il comportamento endocrino della donna da quello dell’uomo è l’andamento ciclico degli ormoni legati alla sfera genitale. Lo svolgimento della vita riproduttiva della donna ruota intorno all'evento dell’ovulazione. Il ciclo mestruale è l’espressione clinica del processo che determina, nell'ovaio, lo sviluppo di un uovo maturo. La regolazione del ciclo mestruale è basata sulla modulazione delle gonadotropine ipofisarie e dagli effetti di questi sulla funzione ovarica. Le alterazioni della funzione ovarica possono avere cause, caratteristiche e conseguenze diverse.
Alla loro base possono esservi patologie della regione ipotalamica del cervello o dell’ipofisi, con deficitaria produzione degli ormoni stimolatori dell’ovaio, le gonadotropine, o con la iperproduzione di prolattina, dell’ormone somatotropo (GH), o dell’ormone corticotropo (ACTH).
Altre cause possono essere le disfunzioni della tiroide o delle ghiandole surrenaliche. A carico di queste ultime possono esservi alterazioni su base genetica, causa di iperandrogenismo.
Un’eccessiva produzione di androgeni può derivare, assai raramente, da forme tumorali del corticosurrene oppure dell’ovaio stesso. Tuttavia, la forma più frequente di iperandrogenismo è quella causata dalle alterazioni metaboliche che hanno il loro punto focale in un’eccessiva produzione di insulina.
L’iperinsulinismo spesso si associa ad un quadro ecografico di ovaio micropolicistico, con irregolarità mestruali, sino all’amenorrea, e manifestazioni più o meno marcate di iperandrogenismo (seborrea, acne, irsutismo, alopecia androgenetica).
D’altro canto, un bilancio energetico negativo – per difetto nutrizionale, o eccesso di attività fisica, con sottopeso e frequente concomitanza di disagi d’ordine psicologico, con attivazione reattiva della funzione cortico surrenalica – porta ad un rallentamento della stimolazione ovarica da parte delle strutture ipotalamo-ipofisarie, determinando una condizione di amenorrea (cosiddetta “ipotalamica”). La carenza di estrogeni e la ridotta produzione di specifici fattori di crescita rappresentano, inoltre, importanti fattori di rischio per osteoporosi.
Diversi meccanismi, infine, possono portare ad un esaurimento precoce della funzione ovarica, con incapacità a rispondere alle stimolazioni delle gonadotropine ipofisarie, la “menopausa precoce”: tra questi, di particolare rilievo sono i fattori genetici e le alterazioni su base autoimmunitaria, spesso associate a patologie autoimmuni che interessano anche altre ghiandole endocrine, quali la tiroide e il corticosurrene, o altri organi e apparati.
Fattori genetici o autoimmuni - oltre a disordini della funzione ovarica dovuti ad alterazioni endocrine o del bilancio energetico - possono essere anche alla base di aborti ripetuti.
· ritardi dello sviluppo puberale
· disordini del ciclo mestruale (irregolarità, amenorrea)
· iperandrogenismi
· infertilità
· turbe e patologie legate al climaterio e alla menopausa
· patologie da carenza estrogenica (ad es. osteoporosi)
· sindrome premestruale
La dr. offre consulenze specializzate in endocrinologia ginecologica per indagare, diagnosticare e trattare singolarmente ogni paziente.
L’endometriosi è una malattia benigna ma cronica e che può contribuire alla sterilità. Consiste nella presenza, in sede anomala (diversi organi), della mucosa che normalmente riveste la cavità uterina (endometrio).
Ciò può generare la formazione di focolai endometriosici, cisti alle ovaie o aderenze superficiali e infiltranti profonde. Questi focolai hanno il medesimo ciclo mestruale dell’endometrio. Il sangue, però, non riesce a defluire, bensì deve essere eliminato ad opera di cellule infiammatorie, il che causa dolori di varia natura e la sterilità.
I focolai endometriosici possono sorgere in quasi ogni parte del corpo, tuttavia con maggior frequenza nel basso ventre. Si differenzia fra vari tipi di endometriosi
Circa il 10 percento delle donne in età riproduttiva è affetto da endometriosi, in Svizzera si calcola siano circa 190'000. La malattia inizia spesso fra i 20 e i 30 anni, ma talora colpisce anche donne più giovani, dopo l’inizio delle mestruazioni.
L’endometriosi non causa sempre disturbi: ci sono donne che non sentono alcun dolore, mentre per altre i dolori sono quasi insopportabili. I sintomi non sono specifici e dipendono da dove l’endometriosi si sia formata. Spesso, però, le donne lamentano dolori:
Formazione a carico dell’ovaio costituita da una cavità a pareti proprie e contenente varie sostanze.
Sono bande di tessuto fibroso di tipo cicatriziale che possono portare alla distorsione della conformazione di un organo e anche limitarne la mobilità e la funzionalità. Possono essere causate da un trauma, da processi infiammatori, dalla endometriosi, da interventi chirurgici.
Siccome le cause dell'endometriosi sono per ora ignote, non esistono misure preventive. Terapie ormonali e antidolorifiche possono rallentarne o attenuarne i sintomi. A volte è necessario un intervento chirurgico in laparoscopia. È fondamentale una diagnosi corretta e rapida : nel caso la paziente avverta dolori o abbia dubbi in merito, consigliamo di fare una visita specialistica al più presto dalla Dr. Cristina Grugnetti.
La condizione di infertilità, definita come incapacità di concepire dopo un anno di rapporti intenzionalmente fecondi, interessa circa il 12-15% delle coppie.
È quindi un problema di dimensioni sociali che oltre alla valenza sanitaria ne possiede altre di ordine psicologico, familiare, personale e relazionale. L'infertilità può essere dovuta ad una condizione di sterilità assoluta, o di subfertilità o può non essere correlata a nessuna causa evidente (cosiddetta sterilità idiopatica).
Solo il 21% delle coppie presenta una condizione di sterilità assoluta, il 14% non presenta alcuna apparente anormalità degli esami, mentre la maggior parte presenta una condizione di subfertilità, spesso legata alla associazione di fattori maschili e femminili.
La subfertilità può essere di grado più o meno severo, a seconda della compromissione anatomica o funzionale dei vari organi deputati alla riproduzione.
Le cause più frequenti di infertilità sono: il fattore tubo-peritoneale (alterata funzionalità tubarica, aderenze, endometriosi) ed il fattore maschile.
Nelle coppie affette da una subfertilità, così come per le coppie affette da una infertilità idiopatica, continua a persistere una cosiddetta fertilità residua, cioè la possibilità di concepire spontaneamente. Questa probabilità diminuisce gradualmente con l'aumentare dell'età della partner femminile e con l'aumentare degli anni di infertilità, riducendosi fino a valori inferiori al 2% per donne di età superiore a 35 anni che cercano una gravidanza da oltre 5 anni.
Molte delle situazioni responsabili dell' infertilità possono essere superate attraverso un ciclo di PMA, ponendo la coppia nella condizione di poter concepire.
In alcuni casi, la PMA rappresenta l'unica possibilità terapeutica (ad esempio in caso di occlusione tubarica bilaterale), in altri casi rappresenta l'ultima possibilità qualora altri trattamenti non siano riusciti a ripristinare una fertilità spontanea (ad esempio una subfertilità del liquido seminale), in altri casi ancora può rappresentare una scelta rispetto a trattamenti più semplici, ma non sempre ugualmente efficaci (ad esempio in caso di infertilità idiopatica).
In queste situazioni, l'impostazione del programma terapeutico deve tenere in considerazione fattori oggettivi legati alla coppia (età della donna, durata della infertilità), fattori oggettivi legati al tipo di trattamento (efficacia, costi, rischi), ma anche fattori soggettivi: la coppia deve essere messa in grado attraverso una corretta e chiara informazione, di poter scegliere il trattamento che maggiormente, risponde alle proprie esigenze individuali, esigenze che possono essere diverse da coppia a coppia.
Per Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) si intende una serie di metodiche, dette anche Tecniche di Riproduzione Assistita (TRA), atte a superare eventuali condizioni presenti nella coppia che ostacolano completamente o parzialmente la possibilità di concepire naturalmente.
La procedura può prevedere alcune di queste tappe :
Di seguito sono elencate le metodiche per la fecondazione assistita:
È la metodica di aiuto per il trattamento di forme di infertilità di lieve entità (idiopatiche, alterazioni dell’ovulazione, lievi patologie del liquido seminale) e consiste nell’inserimento mediante catetere all’interno dell’utero degli spermatozoi mobili del partner (o di un donatore), selezionati grazie al trattamento del liquido seminale.
Rappresenta la metodica grazie alla quale, mediante l’utilizzo di farmaci induttori dell' ovulazione si portano a contemporanea maturazione più follicoli, ed è quindi possibile ottenere più ovociti e più embrioni nello stesso ciclo.
Le tappe fondamentali della FIVET (Fertilizzazione in Vitro e Trasferimento Embrionale) sono rappresentate dal prelievo degli ovociti, dalla loro fecondazione extracorporea e dal successivo trasferimento degli embrioni sviluppatisi in vitro (cioè in laboratorio) all'interno dell'utero materno. È indicata nelle coppie affette da sterilità tubarica e/o da alterazioni medie o lievi del liquido seminale.
L'iniezione Intracitoplasmatica degli spermatozoi è una tecnica di più recente introduzione (risale all’inizio degli anni novanta) che consente di ottenere percentuali elevate di fertilizzazione anche in presenza di liquidi seminali con parametri estremamente scarsi, aventi cioè un bassissimo numero di spermatozoi e/o motilità ridotta o inesistente. Nella ICSI, infatti, il singolo spermatozoo viene aspirato attraverso un sottilissimo microago di vetro e introdotto direttamente nell'ovocita sotto visione microscopica. Mediante questa tecnica, che si differenzia dalla FIVET solo nelle procedure di laboratorio (per la coppia tempi e modalità sono identiche a quelle descritte per la FIVET), è possibile trattare pazienti con gravissime alterazioni del liquido seminale che sino a pochi anni fa non avevano alcuna speranza di concepimento.
In seguito alla induzione di crescita follicolare multipla il numero di ovociti che si fecondano in vitro può superare il numero ottimale di embrioni da trasferire che comunque, in accordo alla legge svizzera, non deve essere superiore a tre. La possibilità di conservare ovociti impregnati in eccesso attraverso un congelamento in azoto liquido (a temperature pari a -196 C°), permette alla coppia di poterli trasferire all' interno dell' apparato genitale della partner in un tempo successivo senza dover affrontare tutte le tappe di un nuovo ciclo.
Affinché l’ovocita si fecondi e dia origine a un embrione, è necessario che abbia raggiunto un grado di maturazione adeguato. E’ possibile ricreare in vitro condizioni di coltura tali che consentano a cellule uovo prelevate dall’ovaio ancora immature, di crescere e maturare, rendendole quindi pronte per la fecondazione.
Questa procedura consiste nel produrre una piccola apertura della zona pellucida negli embrioni subito prima del loro trasferimento nell' utero. La zona pellucida è una membrana di protezione che fisiologicamente riveste l' ovocita e l'embrione fino al momento dell' impianto. L' AZH è una metodica di laboratorio che ha lo scopo di favorire, quando ritenuto necessario, la fuoriuscita della blastocisti dalla zona pellucida per entrare direttamente in contatto con l' utero materno. Questa procedura è indicata qualora la zona pellucida degli ovociti abbia uno spessore maggiore rispetto alla norma come spesso avviene nelle pazienti in età avanzata.
Durante il processo di maturazione l’ovocita che parte da un numero di 46 cromosomi, come tutte le cellule del corpo umano, dimezza il proprio contenuto di cromosomi per fare spazio ai 23 apportati dallo spermatozoo. I cromosomi in eccesso dell’ovocita vengono eliminati con i globuli polari. Prelevandoli e analizzandoli è possibile studiare la correttezza del numero di cromosomi. È consigliato in donne portatrici di malattie genetiche che comportano una alterazione del numero di cromosomi, oppure per cercare di spiegare se ripetuti fallimenti o aborti verificatisi in cicli precedenti siano riconducibili a problemi genetici.
Si tratta di una metodica atta al mantenimento della fertilità mediante la crioconservazione di ovociti, tessuto ovarico e spermatozoi. La crioconservazione della fertilità femminile è particolarmente indicata nelle pazienti oncologiche sia in età fertile sia nelle giovani prepuberi grazie alla possibilità di congelare ovociti (in seguito ad induzione della crescita follicolare multipla) o tessuto ovarico (in seguito a prelievo chirurgico) prima di sottoporsi alla terapia anti-tumorale. Una volta avvenuta la guarigione, gli ovociti possono essere scongelati e fecondati , mentre il tessuto ovarico, una volta scongelato, può essere reimpiantato sempre tramite intervento chirurgico.La crioconservazione preventiva degli ovociti può essere eseguita anche nel caso in cui la paziente non abbia un partner e può inoltre permettere ad una donna sana di pianificare una gravidanza nel momento più idoneo, preservando la propria fertilità dall’invecchiamento fisiologico. Quella maschile è consigliata a tutti quei pazienti che devono sottoporsi a trattamenti chemio- o radioterapici oppure ad interventi chirurgici all’apparato uro-genitale che potrebbero ledere la funzione eiaculatoria. Una volta scongelati gli spermatozoi recuperano la loro vitalità e motilità e possono essere utilizzati per tecniche di fecondazione assistita
Queste sigle indicano un prelievo chirurgico di spermatozoi dalle vie seminali. Per MESA si intende un prelievo dall' epididimo, per TESE (o µTESE) un prelievo dal testicolo. MESA e TESE/µTESE si rendono necessarie qualora il partner maschile presenti una azoospermia (cioè mancanza di spermatozoi nell' eiaculato). Questa condizione può essere dovuta a varie cause tra le quali una ostruzione delle vie seminali o le severe alterazioni di capacità di produrre spermatozoi da parte del testicolo. Gli spermatozoi prelevati chirurgicamente vengono utilizzati per la inseminazione in vitro degli ovociti, utilizzando la tecnica ICSI.
E’ indicato nei casi in cui gli spermatozoi non possono riversarsi nelle vie seminali per:alterazioni neurologiche del meccanismo dell’eiaculazione (pazienti paraplegici)severe alterazioni della capacità del testicolo di produrre spermatozoi tali da non rendere possibile il loro riversarsi nelle vie seminali.
Tutto si svolge in ottemperanza alla Legge Svizzera sulla procreazione medicalmente assistita (LPMA).
La Dr. Grugnetti effettua diverse operazioni chirurgiche in collaborazione con altri specialisti, cliniche e ospedali internazionali.
L'oncologia ginecologica si occupa principalmente della diagnosi, prevenzione, cura e sorveglianza dopo il trattamento dei tumori primitivi, secondari e recidivanti (tumori dell’ovaio-tuba, utero, vulva e vagina). La Dr. Grugnetti può anche effettuare un controllo superficiale del seno, mentre per controlli approfonditi collabora con il reparto di senologia dell'EOC.
La Dr. Grugnetti collabora con gli ospedali svizzeri e italiani che dispongono di strutture altamente qualificate nella prevenzione, diagnosi e chirurgia delle neoplasie ginecologiche e che si avvalgono di tecniche all'avanguardia e apparecchiature molto sofisticate.
Fase che insorge nella donna nel momento in cui cessa il ciclo mestruale a causa di una impossibilità a generare follicoli ovarici e cellule riproduttive femminili. Esaurimento della vita riproduttiva della donna.
La menopausa può essere un sollievo e una liberazione per le donne che hanno sofferto per tutta la vita di mestruazioni dolorose o che non hanno mai sopportato la contraccezione. Ma può anche invece essere vissuto come molto difficile per altre, che sono afflitte, ad esempio, da insonnia, forti e imprevedibili vampate di calore (sintomi vasomotori) e sudorazione giorno e notte, disturbi uroginecologici (come l’incontinenza urinaria), umore depresso, irritabilità, dolori muscolari e articolari, osteoporosi, aumento ponderale, spesso accentuati dalla fisiologica atrofia genitourinaria e problematiche sessuali (dolore ai rapporti, secchezza vaginale, riduzione della libido). Alcuni o molti dei disturbi possono modificare negativamente la vita sociale e relazionale della donna e il suo stato di salute, ad un’età in cui essa si sentirebbe ancora piena di energie e potenzialità. Oggi, una donna media vive più di 30 anni oltre la menopausa. Quindi, è molto importante trovare una buona qualità della vita.
L’osteoporosi è una condizione caratterizzata dalla riduzione della massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo: colpisce circa il 23% della popolazione femminile oltre i 40 anni (dati dello studio epidemiologico multicentrico nazionale sull’osteoporosi, ESOPO) e nella metà di questi casi chi ne è affetta non sa di esserlo. L’osteoporosi causa un aumento della fragilità ossea e del rischio di fratture (in particolar modo a carico del polso, delle vertebre e del femore), accompagnandosi ad un elevato rischio di mortalità (15-25 % nel caso di fratture del femore) e di disabilità motoria.
Visto l’importante impatto sociale e sanitario di questa patologia, appare importantissimo perseguire un programma di sensibilizzazione della popolazione femminile, finalizzata all’identificazione di fattori di rischio non modificabili (ad es. menopausa precoce, asportazione chirurgica delle ovaie in età fertile, fattori ereditari), alla correzione di stili di vita errati (sedentarietà, fumo, inadeguato apporto di calcio e vitamina D con l’alimentazione) e all’eventuale trattamento farmacologico di un’osteoporosi già instauratasi per impedirne per quanto possibile la progressione.
La menopausa è spesso caratterizzata inoltre dall’errata convinzione di molte donne che non sia più necessario sottoporsi a controlli ginecologici e che sia tempo di accantonare la vita sessuale (con logiche ripercussioni negative sulla stabilità di molte coppie).
In presenza di tali disturbi, ed in assenza di controindicazioni (alterazioni emocoagulative, tumori ormono-dipendenti come il carcinoma mammario, ecc.), la terapia ormonale sostitutiva, ad esempio, può essere intrapresa senza timori di rischi per la salute e può risolvere o attenuare questi problemi, nonché svolgere un efficace ruolo nella riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e nella prevenzione dell’osteoporosi.
In casi più rari, possono esserci anche conseguenze molto gravi della menopausa, quali un prolasso vescicale-uterino-rettale.
Lo Studio della Dr. Cristina Grugnetti offre un servizio di attenta valutazione di tali problematiche, con la conseguente attuazione di terapie personalizzate per la singola paziente.
I metodi contraccettivi non proteggono dalle malattie sessualmente trasmesse (a eccezione del preservativo). Soprattutto agli adolescenti, la Dr. ricorda che è sempre buona norma utilizzare il profilattico, dall’inizio fino alla fine del rapporto, perlomeno con partner non abituali e di recente conoscenza.
La contraccezione post coitale (CPC) è un metodo di emergenza usato successivamente ad un rapporto sessuale a rischio. Può essere assunta entro il giorno dopo o, a seconda del principio attivo, entro i tre giorni o cinque giorni successivi al rapporto. Le cosidette "pillole del giorno dopo" esplicano la loro azione attraverso l’inibizione dell’ovulazione. La loro efficacia, dal 60-98 %, quindi, dipende anche dal periodo del ciclo in cui vengono assunte: nei giorni successivi alla mestruazione ed entro l’ovulazione. Non è un metodo da utilizzare ripetutamente.
La pubertà è quella fase della vita in cui i bambini vanno incontro a notevoli cambiamenti fisici e psicologici che sfociano nella maturità sessuale, con possibili variazioni nella cronologia di avvio e nella sequenza degli eventi. La pubertà generalmente comincia tra i 10 ei 14 anni nella femmina e tra i 12 e i 16 anni nel maschio, pur con differenze legate alle origini e alla provenienza geografica.
I disturbi più comuni nell'adolescenza delle giovani ragazze sono:
Ci possono essere molte forme di disfunzioni ormonali nelle donne, con una varietà di cause, che si possono manifestare fin dalla pubertà, ma anche a età più inoltrata. Nella maggior parte dei casi, le alterazioni del ciclo mestruale sono i sintomi principali: ciclo troppo lungo o addirittura assenza del ciclo (amenorrea), ciclo troppo breve, problemi di sanguinamento troppo lunghi e/o troppo forti e/o molto doloroso (dismenorrea) e talvolta sanguinamenti improvvisi durante il ciclo, al di fuori delle mestruazioni. Altri sintomi possono essere un ritardo dello sviluppo puberale o uno sviluppo puberale troppo precoce, peli sul corpo eccessivi e/o acne e/o perdita di capelli. Possono anche comparire sintomi anormali al seno. E a volte i sintomi possono comparire soprattutto dopo l'ovulazione (depressione, ansia, gonfiore, dolore al seno,..).
Per tutte queste diverse problematiche la dr. offre consulenze specializzate per indagare, diagnosticare e trattare singolarmente ogni paziente.
Atto chirurgico sotto anestesia generale che prevede l’introduzione, previo pneumoperitoneo, di una fibra ottica all’interno della cavità addominale e permette la visione diretta dell’apparato genitale (tube, utero, ovaie). Rispetto alla chirurgia tradizionale, infatti, questa procedura permette un recupero più rapido delle condizioni di forma ottimali, meno dolore post-operatorio, cicatrici più piccole, un minor rischio di infezioni e un’ospedalizzazione più breve.
Può essere proposta dalla Dr. Grugnetti in collaborazione con chirurghi degli ospedali Svizzeri o Italiani a fini diagnostici oppure terapeutici per intervenire su alcune malattie della cavità addominale e dello scavo pelvico (tumori, endometriosi, cisti,..).
La dottoressa Cristina Grugnetti collabora con il Laboratorio Unilabs e con diversi ospedali della Confederazione e dell'Italia per offrire ai propri pazienti esami di qualità di:
Lo studio della dr. Grugnetti collabora con diversi specialisti, chirurghi, ospedali e centri di fertilità Svizzeri e Italiani, nonché il laboratorio Unilabs.
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